Bellini (Oristano) - Arrigo Visani

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Bellini (Oristano)

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L'opera di Visani in via Bellini a Oristano ___________________________________________________________________


Presso la Scuola Elementare di via Bellini, a Oristano, si può ammirare l'arte ceramica di Arrigo Visani.
Sono cinque pannelli risalenti alla prima metà degli anni '60. Diversi tra loro per dimensioni, ma accomunati da medesime finalità didattiche e vivacità di spirito creativo, confermano la naturale immediatezza e il fecondo dinamismo decorativo dell'autore.
Attraverso forme colorate e dall'aspetto ingenuo Visani ci trasporta con estrosa leggerezza nell'incantato mondo dell'infanzia, sia quando deve illustrare miti e immagini di quel mondo come le ispiratissime
Storie di Pinocchio, raccontate, tra divertite divagazioni, "dentro" il corpo di una grande balena, l'aerea Mongolfiera, o le immancabili Lettere dell'alfabeto, sia quando ripropone con sensibilità e felice immedesimazione la storia sarda nelle figure dei Guerrieri nuragici.
Stupiti e ammaliati contempliamo, con quella stessa malinconica meraviglia dei
Piccoli scolari che ci guardano straniati, come fossero dentro una lanterna magica, l'inconfondibile dimensione del gioco libero e l'arte gioiosa di Arrigo Visani.

Alfredo Pomogranato

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Ma oramai era tardi! Il mostro lo aveva raggiunto.
Il mostro, tirando il fiato a sé, si bevve il povero burattino, come avrebbe bevuto un uovo di gallina, e lo inghiottí con tanta violenza e con tanta avidità, che Pinocchio, cascando giú in corpo al Pesce-cane, batté un colpo cosí screanzato da restarne sbalordito per un quarto d’ora.

Quando ritornò in sé da quello sbigottimento, non sapeva raccapezzarsi, nemmeno lui, in che mondo si fosse.
Intorno a sé c’era da ogni parte un gran buio: ma un buio cosí nero e profondo, che gli pareva di essere entrato col capo in un calamaio pieno d’inchiostro.

Stette in ascolto e non sentí nessun rumore: solamente di tanto in tanto sentiva battersi nel viso alcune grandi buffate di vento.
Da principio non sapeva intendere da dove quel vento uscisse: ma poi capí che usciva dai polmoni del mostro.
Perché bisogna sapere che il Pesce-cane soffriva moltissimo d’asma, e quando respirava, pareva proprio che soffiasse la tramontana.

Pinocchio, sulle prime, s’ingegnò di farsi un po’ di coraggio: ma quand’ebbe la prova e la riprova di trovarsi chiuso in corpo al mostro marino, allora cominciò a piangere e a strillare; e piangendo diceva:

— Aiuto! aiuto! Oh povero me! Non c’è nessuno che venga a salvarmi?

— Chi vuoi che ti salvi, disgraziato?... — disse in quel buio una vociaccia fessa di chitarra scordata.
— Chi è che parla cosí? — domandò Pinocchio, sentendosi gelare dallo spavento.
— Sono io! sono un povero Tonno, inghiottito dal Pesce-cane insieme con te. E tu che pesce sei?
— Io non ho che veder nulla coi pesci. Io sono un burattino.
— E allora, se non sei un pesce, perché ti sei fatto inghiottire dal mostro?
— Non son io, che mi son fatto inghiottire: gli è lui che mi ha inghiottito! Ed ora che cosa dobbiamo fare qui al buio?...
— Rassegnarsi e aspettare che il Pesce-cane ci abbia digeriti tutti e due!...
— Ma io non voglio esser digerito! — urlò Pinocchio, ricominciando a piangere.

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SCOLARI  SCOLARI  SCOLARI  SCOLARI  SCOLARI  SCOLARI  SCOLARI  SCOLARI

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I particolari della balena

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settembre 2023
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