bottiglie IMOLA - Arrigo Visani

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bottiglie IMOLA

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periodo IMOLA (1946/1951) ____________________________________________________________________

Arrigo Visani lavorò alla Sezione Artistica della Cooperativa Ceramica d’Imola dal giugno del 1946 al gennaio del 1951.
Di quel periodo rimangono, in una vetrina personale del Museo “G. Bucci” di Imola, solo due bottiglie.
Nelle pubblicazioni di quel periodo artistico, fatta eccezione per alcune voci critiche provenienti da ambienti meno legati alla realtà imolese, il nome di Visani non viene associato ad alcuna opera. Il contrario accade per altri artisti.
Le bottiglie prodotte nella Sezione Artistica erano parte di servizi decorati tradizionalmente e solo dopo la ripresa post bellica della produzione il tema “bottiglia” divenne uno dei più importanti nell’ambito della Sezione Artistica della C.C.I., e lo sarebbe stato per diversi anni a venire, nonostante il fatto che questo particolare oggetto si prestasse meno di altri alla decorazione estesa e avesse rappresentato una parte minima della produzione corrente destinata alla vendita.
Visani è stato allievo di Giorgio Morandi all’Accademia di Belle Arti di Bologna alla fine degli anni ’30, prima e dopo la guerra. Un artista, Morandi,  che fece di vasi e di bottiglie un vero e proprio culto personale.
Visani si diplomò nel 1947 sempre in diretto contatto con il Maestro mentre lavorava a Imola presso la Cooperativa.
Il risultato di questa realtà fu l’ideazione e la realizzazione di oggetti che riportavano in ceramica una grande lezione intellettuale, interpretata da Visani secondo la sua cultura, la sua sensibilità poetica, la padronanza dei mezzi tecnici e un certo “divertissement “personale.
La presenza di plastiche nelle bottiglie ha dato origine a numerosi equivoci sull'origine delle stesse data la presenza di uno scultore nella Sezione Artistica. In verità Visani possedeva una particolare abilità nel creare plastiche che gli fu certificata da Angelo Biancini (noto scultore dell’epoca) con il quale collaborò alla creazione di diverse opere. D’altro canto la mano di Visani, anche nelle plastiche, è personale e inconfondibile.

Questa galleria di immagini, dopo anni di studio e di ricerca, intende mostrare le bottiglie che Arrigo Visani creò presso la Sezione Artistica della C.C.I. dal mese di giugno del 1946 al mese di gennaio del 1951.
Le bottiglie di questa raccolta sono state create tutte da Visani, diverse sono state esposte in numerose mostre ma impropriamente attribuite ad altri “artisti”, operazione facilitata dalla regola dell’anonimato delle opere vigente presso la Sezione Artistica citata.

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IMMAGINI STORICHE
 
Queste immagini sono tratte dall’archivio storico della Cooperativa Ceramica Imola, apparse in varie pubblicazioni (riviste e libri) negli anni ‘50 e ’60. Sono raffigurati anche gruppi di bottiglie dai quali vengono estrapolati gli elementi creati da Visani.

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Gruppo di cinque bottiglie, di proprietà privata, la cui creazione risale all’estate o all’autunno del 1946, prodotte quindi all’inizio dell’avventura imolese di Arrigo Visani.
Diverse e autentiche testimonianze ne confermano la paternità e il periodo di produzione.

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Bottiglia “doppia”

Una “coppia”, ovvero due bottiglie fuse insieme.
Epoca presunta di produzione: 1946-1947, attribuita ad Arrigo Visani, esposta nella vetrina personale del museo "G.Bucci" di Imola.
Essa risulta estremamente originale e, sicuramente, “capostipite”, in quanto riassume in sé molti degli aspetti formali e dei significati simbolici delle bottiglie “animate” o “viventi” della Sezione Artistica della C.C.I. Si nota la presenza di piccole bottiglie “figlie” che anticipano l’ideazione e la creazione della bottiglia mamma.

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“Le Siamesi”
 
In questo lustro si ritrovano i toni di colore e i riflessi degli altri lustri di Visani del periodo “Imola”.
Dal mese di maggio del 2023 quest’opera è esposta nel Museo degli Allievi di Giorgio Morandi a Grizzana Morandi.
Opera di forte impatto visivo, coraggiosa interpretazione di una tematica “morandiana” che mostra una forte personalità d’autore.

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Bottiglia “Famiglia”
 
Ceramica in cui Visani offre il meglio della sua fantasia e della sua ispirazione poetica. L’unione di questa piccola famiglia è una caratteristica di molte delle sue creazioni, che vedono uniti elementi che rappresentano delle relazioni umane. I soggetti delle piccole e delicate plastiche, inserite nelle nicchie, testimoniano il suo amore per la poesia crepuscolare e il suo vivo interesse per il mondo dell’infanzia. Nel retro della ceramica, non disponibile se non nell’immagine storica già inserita sopra, sono raffigurati, con graffiti, i “pensieri nascosti” dei personaggi

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Bottiglie "Mamma"

Bottiglia 1
Si tratta di un modello ideato e prodotto da Visani, nell’ambito della Sezione Artistica C.C.I. (anni prima che Ponti lo includesse nei disegni della sua serie personale di bottiglie all'inizio del 1951) in cui si riconoscono l’eleganza e l’armonia delle forme, la tecnica e la scelta cromatica dei riflessi: una prova d’opera di Arrigo Visani uscita dal magazzino della Cooperativa e messa in circolazione con l’etichetta “Ponti”.
 

Bottiglia 2
Una tipologia di bottiglia che non compare in alcuna documentazione.
Una bottiglia “mamma” di quattro bottigline di cui la seconda da sinistra è predisposta per la decorazione con un riquadro.
Altra prova del livello della sfida intellettuale raccolta da Visani.
Bottiglia 1
Bottiglia 2

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"Gli Innamorati"

Bottiglia 1
La bottiglia ospita, nell’incavo anteriore, una coppia di innamorati in atteggiamento affettuoso. Le figure, in rilievo, sono applicate a mano.
Questa tipologia è stata spesso replicata da Arrigo Visani presso il laboratorio della Sezione Artistica della Cooperativa Ceramica d’Imola e sono note diverse varianti della forma, ma con il medesimo decoro, tanto da far pensare alla creazione di piccoli stampi.

Bottiglia 2
Bottiglia piuttosto grande (42,5 cm.), rivestita da un lustro spettacolare, con riflessi in bleu, verde, bordeaux e oro. Gli amanti, visti sempre di profilo e in una plastica facilmente riconoscibile, si abbracciano in una nicchia dai margini delicatamente arrotondati.

Bottiglia 3
L’immagine di questa bottiglia è stata ritrovata recentemente in letteratura.

Bottiglia 4
 
Gli innamorati abbracciati sotto una lampada sono un soggetto tipico della poetica di Visani, soprattutto in pittura. Lo ritroviamo in questa bottiglia in cui risaltano sia la plastica delicata, sia la qualità del rivestimento. La cattiva riuscita tecnica della parte inferiore delle figure fa pensare a un rimaneggiamento postumo della ceramica dato che l’artista, per sua abitudine, l’avrebbe distrutta.
Bottiglia 1
Bottiglia 2
Bottiglia 3
Bottiglia 4

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“Gli innamorati sotto la pioggia”

Ritroviamo il tema degli innamorati in questa bottiglia.
Qui la coppia si ripara dalla pioggia sotto un ombrello.
La pioggia-smalto cade dall’ombrello e scivola via sotto i piedi dei due amanti, e quella che poteva essere una semplice decorazione statica si trasforma in un racconto poetico con l’effetto “colato”, invenzione di Visani utilizzata in altre sue opere.
Anche il motivo geometrico del retro della ceramica è un classico delle soluzioni decorative di Arrigo.

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"Bottiglia Ritratto"

Una bottiglia alta 42 cm. recente acquisizione della collezione Visani.
Questa bottiglia è rivestita da un lustro che ha i riflessi che Visani prediligeva e dei quali abbiamo visto già diversi esempi, qui in bleu, viola, porpora e verde.
Il suo ritrovamento tra le immagini storiche autentiche, ovvero quelle che mostrano una produzione omogenea, la colloca tra il 1946 e il 1947, prova che Visani creò lustri tecnicamente evoluti a pochissima distanza di tempo dalla sua assunzione.
La decorazione centrale consiste nel disegno di un busto e di un volto di donna, provocante nella sua modernità che viene accentuata dal contrasto con la cornice classica e dall’uso di smalti vetrosi, i cui colori anticipano parte della scala cromatica delle maioliche “castellane”.

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"Bottiglia a riquadri"

Presente nella vetrina personale di Visani al Museo "G. Bucci" di Imola.
Presumibilmente risalente al 1947/48. Si ritrova nelle immagine storiche insieme a un simile elemento (potrebbe trattarsi di una serie).
Tecnica: un lustro. Nulla si è detto di questa tecnica in relazione alla sua attività nella Sezione Artistica della C.C.I., pur essendo state le sue competenze in tecnologia ceramica una delle ragioni principali per la sua assunzione.
Visani fu allievo di Maurizio Korach alla “Regia Scuola di Ceramica” di Faenza, uno dei maggiori esperti di lustro della sua epoca, alfiere della grande tradizione ungherese.

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“Vettura carica di nostalgia”
 
Lustro rosso di pregevole fattura e di raffinata eleganza: una vettura carica di nostalgia degli anni ’20/’30 con passeggeri: due signori davanti e una misteriosa signorina nel sedile posteriore. Piove e, come spesso capita nelle situazioni poetiche di Arrigo, i personaggi si riparano sotto gli ombrelli. Il bassorilievo è di finezza straordinaria e del tutto personale nella trattazione plastica vibrante. Analogo soggetto è presente in molti lavori di Visani, soprattutto nei quadri, ma anche in ceramica.
Il dato  estetico e quello tematico risultano talmente evidenti che non ci sarebbe alcun bisogno di testimonianze e di precisazioni, la paternità di Visani è comunque certificata.
 Sul fondo della bottiglia è ancora presente il bollino applicato in occasione della mostra di D. Minganti, tenutasi a Imola nel 2008, impropriamente a lui attribuita.

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“I velieri”
 
Bottiglia  1
Piccola bottiglia con veliero, presumibilmente degli anni 1947-48, figurazione plastica fine e delicata.

Bottiglia 2
Bottiglia verosimilmente del 1949/50 data la forma caratteristica che è uguale a quella delle bottiglie del periodo. Anche qui da ammirare la plastica del vascello, del tutto personale.

Bottiglia  3
Recentemente venuta alla luce a Imola. Ben decritta da Antonella Rossi Colavini. "La trattazione è particolare: al posto di una vera nicchia c’è una leggera depressione nel corpo della bottiglia, e il bastimento è realizzato con un rilievo molto leggero, quasi un’increspatura della superficie della ceramica che, nella sua densità e nella sua monocromia, suggerisce un elemento marino che unifica tutta l’opera. Il rivestimento, in pennellate dense di un verde a tonalità cangianti e in chiaroscuri, mostra un movimento intimo e potenziale. Si tratta comunque di un mare in bonaccia, dato che le vele sono completamente ammainate, contrariamente alle vele spiegate e alle onde quasi imperiose che abbiamo sopra notato. La sottigliezza dell’intera figura, e la sua omogeneità materica con il rivestimento, rendono affascinanti le ipotesi di una nascita dal mare".
Bottiglia 1
Bottiglia 2
Bottiglia 3

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Bottiglia con veliero a tre alberi

datata intorno al 1950.
Lustro della collezione Visani. Anche questa ceramica fu presentata alla mostra retrospettiva di Minganti, già citata, e attribuita impropriamente a lui come sua opera.
Nel repertorio decorativo di Visani, sono presenti, fin dai disegni eseguiti alla Regia Scuola di Faenza, all'età di diciassette anni, barchette di carta dei bambini, velieri e vele, marine solitarie o popolare di vari personaggi, creature marine di ogni genere.

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“Pierrot”

Bottiglia che uscì dalla Sezione Artistica nel 1950, per essere presentata al Concorso Nazionale della Ceramica di Faenza, finora custodita nel Museo Internazionale della Ceramica di Faenza.
 
Si parla di quest’oggetto in letteratura: ”… Un lusinghiero commento in tal senso, anche se non “ad  personam” venne dal Golfieri (noto critico dell’epoca, ndr.) a proposito del IX Concorso Nazionale della Ceramica di Faenza: ”altro concorrente da vari anni presente alla rassegna faentina e sempre all'altezza di una recente ma sicura fama è la Cooperativa Ceramica di Imola, per la quale alcuni giovani valorosi lavorano in anonima collaborazione pezzi di notevole valore ceramico, come quest’anno alcune bottiglie: prima fra tutte quella col pupazzo fantomaticamente emergente dalla grumosa patina verdastra, che sappiamo attribuibile al Visani…”.
 
In quel concorso la C.C.I. vinse il secondo premio ENAPI. Si esprime, in quest’opera, un intenso tema poetico: una figura che proviene dall'intimità del materiale ceramico e della quale, per prima cosa, si incontra lo sguardo smarrito.
 
Anche qui si può constatare la grande padronanza dei fattori tecnici necessari alla realizzazione di un progetto espressivo di notevole difficoltà, fatto che pone Visani in una cerchia ristretta di artisti in campo nazionale.

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“Giovane sdraiato”

L’opera è caratterizzata da uno splendido lustro rosso rubino o “rosso Korach” (maestro di Visani a Faenza).
 
Anche questa bottiglia erroneamente attribuita a Minganti nella sua mostra del 2008.
 Oggetto di elevatissimo valore tecnico e artistico, decorato con un graffito di qualità eseguito di un ottimo disegnatore come  Visani e Marfisi.

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"Anna"

Anna con l’ombrello. Lustro rosso rubino appartenente a collezione privata di Imola.
La tecnica usata, la forma della bottiglia e il soggetto costituiscono la firma di Visani.

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“L'arrivo del veliero”

Bottiglia ritrovata in letteratura. E’ una ceramica di Visani della quale Minganti produsse una copia negli anni ’60 che gli venne accreditata come modello originale (conservata nel muso G. Bucci di Imola).
 
Si tratta di una sintesi delle sue migliori qualità artistiche: l’eleganza della forma, il soggetto intensamente poetico che  ricorre in tutta la sua produzione, anche nella pittura, il disegno della nave, la finezza, l’armonia e la vitalità delle plastiche.  

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"Bottiglia dal mare"

Questa bottiglia, attualmente custodita nel museo G. Bucci di Imola, apparteneva, fin dagli anni ’40, alla famiglia di Anna Gherardi, futura moglie di Arrigo Visani.
 
Quest’opera fu richiesta dalla C.C.I. nel novembre del 1993, per la Mostra “Giò Ponti alla Cooperativa Ceramica d’Imola”.
 
Non risulta sia mai stata restituita ai legittimi proprietari.

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“La bottiglia coi tagli”

La bottiglia “coi tagli” è inclusa nei disegni di Ponti inviati a Imola all’inizio del 1951.
Questa ceramica è invece opera originale di Visani, creata nel periodo ‘47/’48 prima che Ponti la proponesse come sua.
La paternità è certificata dalla testimonianza dei proprietari (famiglia Baruzzi di Faenza).

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"Bottiglia con suonatore di liuto e donna al balcone"

Questa bottiglia è presente, insieme alla “bottiglia coi tagli”, nella collezione dei figli di Luciana Pifferi, decoratrice presso la Sezione Artistica (compagna di lavoro e amica di Anna Gherardi) i quali testimoniano con una dichiarazione scritta che l’opera è di Arrigo Visani.
Si tratta di un lustro di fattura pregevole. Si ritroviamo dei simili modelli (si tratta quindi di una serie) in foto d’epoca dall'archivio storico della C.C.I., riportate in letteratura, arbitrariamente datate 1946/47.

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“Bottiglia verde e oro con plastiche in nicchie”

Da una rivista del maggio 1960 (La Ceramica) è stata estrapolata l’immagine di un’altra opera di Visani.
Elegante nella forma, perfetta nelle proporzioni. I soggetti delle piccole plastiche inserite nelle nicchie sono tipici della sua creatività: una mongolfiera, un vascello, il gatto e la volpe.
Questa ceramica appartiene a un periodo “maturo” della sua produzione imolese, databile quindi intorno al 1949-1950.

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“Bottiglia astratta”

Una bottiglia “astratta”, forse una prova di smalti, con la scala cromatica tipica di Visani.
Un esemplare diverso da tutti quelli visti finora e che, tuttavia, rimanda a certe composizioni di Klee, artista certamente da lui studiato e apprezzato.
(collezione Baruzzi, Faenza)

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“Bottiglia / vaso”

Una bottiglia/vaso di forma insolita, probabilmente del 1950.
(Collezione Baruzzi, Faenza)

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“Bottiglia in smalto argentato”

La bottiglia “argentea” ritrovata in un lotto di pezzi della Cooperativa Ceramica d’Imola di differenti periodi, spiccava chiaramente per estrema qualità e peculiare iconografia. L’elemento più notevole è evidentemente lo smalto a lustro argenteo, che mi sembrava inedito, ma poi è riapparso in una caffettiera realizzata a Castelli e soprattutto descritto come originale creazione di Arrigo Visani, nella intervista al suo allievo Antonio Folichetti. Più immediatamente riconoscibili come elementi tipici di Visani erano l’effetto colato dello smalto e l’immagine sognante della coppia di innamorati, come sospesi in uno spazio indefinito, con la donna che pare addirittura librarsi verso l’alto e quasi “ancorata” al suo compagno. L’identificazione delle opere di Arrigo Visani avviene in questo incontro tra peculiarità tecniche (i suoi smalti, per quanto cambino nei passaggi da una fornace all'altra, mantengono un’estrema qualità e i caratteri di un’incessante sperimentazione) e un repertorio di immagini, soggetti e simboli che appartengono al suo universo fantastico”.
Antonella Rossi Colavini
(Collezione Visani, Forlì)

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“Il riposo della massaia”

In questa bottiglia è presente una figura femminile in bassorilievo che richiama le plastiche grottesche delle bottiglie “fuse” nello stile di modellare di Visani: delicata, vibrante e spesso permeata di sottile umorismo.
(Lustro della collezione Visani)

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“Le giovinette”

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“La finestrella”

Questa bottiglia, recentemente ritrovata nella zona di Imola, presenta il tema della “finestrella”. Diverse ceramiche con queste caratteristiche furono inviate dalla C.C.I. alla Triennale di Milano del ’51.
Bottiglie caratterizzate da aperture nelle pareti: piccoli palcoscenici o piccole finestre, generalmente occupate o “abitate” da vari tipi di plastiche.
Questa è l’unica bottiglia ritrovata “in vita” che possiede queste caratteristiche.

Di questa bottiglia, a parte il raffinatissimo lustro e le dimensioni eccezionali (47 cm, n.d.r.), mi colpisce soprattutto la novità dell’ambiguità spaziale; di solito la figurazione è contenuta nella bottiglia, talvolta in una nicchia costituita da una depressione, magari minima, oppure nella cavità interna rivelata dall’apertura di una parte della parete della bottiglia (come nella “mamma”). In quelle “a finestrelle“ le figure sono silhouette ritagliate nella parete, e in quelle più complesse (gli “addii”) si rivolgono ad altre figure ritagliate nella parete opposta. C’è comunque il senso chiaro di uno spazio altro, mondo del sogno, della nostalgia…Che sta nella bottiglia ed è separato dal nostro mondo quotidiano. In questa invece la figura sta fuori dalla bottiglia, è nel nostro spazio e guarda dentro la bottiglia, in una finestrella che si apre sul buio: inquietante. Mi ricorda una lunga tradizione di figure di schiena che parte dal romantico Friedrich e arriva al miglior De Chirico metafisico”.
Antonella Rossi Colavini

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“Imbuto”

Questo oggetto, in proprietà di un collezionista della zona di Imola, era ritenuta una “bottiglia triangolare”, marcata “Imola”, attribuita a Visani, in particolare per l’inconfondibile decorazione.
 
Un’osservazione più attenta e lo studio dei documenti epistolari, ha rivelato che si tratta di un imbuto, ovvero una forma povera popolare che Arrigo esaltò con un lustro di bellezza e di perfezione tecnica straordinarie.
(Collezione Visani)

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settembre 2024
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